Arrivavo con grandi aspettative al 21 dicembre 2020: quella sera si sarebbero allineati Giove e Saturno, dopo essersi rincorsi per tutto l’anno, proprio in coincidenza del solstizio d’inverno e con il picco dello sciame meteorico delle Ursiadi.
Avevo cercato il luogo più adatto tramite Google Earth e varie mappe del cielo e dell’inquinamento luminoso, individuando un buon punto su un colle con l’orizzonte libero ESE, nell’area di San Benedetto in Alpe.
Avevo preparato l’attrezzatura da montagna. Per quella fotografica avevo predisposto la fotocamera Sony a6000 con una serie di obiettivi: il grandangolo Tokina 11-16 f2.8, il Meike 35mm f1,7, il Cosinon 55mm f1.4 e il Tokina AT-X 80-400mm F4.5-5.6. l’idea era quella di avere sia foto panoramiche con i grandangolari, sia dei dettagli con il teleobiettivo, e magari un bel quadro con il 55 (non avevo idea di quanto fossero stati “vicini” i pianeti). batterie e battery pack a pioggia, treppiede.
Avevo anche trovato la compagnia giusta per sopportare il freddo e il silenzio e siamo partiti speranzosi in auto da Forlì alle 17.15, visto che il momento clou era previsto subito dopo il tramonto del Sole.
Ma… i cieli sono molteplici e quello più vicino a noi è tutt’altro che prevedibile e immobile e, come spesso succede in astrofotografia, tendenzialmente nuvoloso quando ci sono eventi unici. E così è stato. Il cielo era completamente coperto di una cappa di nuvole e nebbia, facendoci mettere il cuore in pace sulle possibilità di vedere qualcosa, figurarsi fotografarlo.
Un po’ demoralizzato, non volevo comunque vanificare i preparativi e il viaggio e la voglia di fare qualche foto, e allora ho pensato a un’alternativa, che meditavo da un po’.
Sulla strada tra Forlì e San Benedetto in Alpe c’è il piccolo villaggio di Bocconi, noto in zona per il suo ponte a schiena d’asino sopra le “Cascate della Brusia” del fiume Montone (in quel punto, ancora torrente) e per la pozza sottostante, che rappresenta uno dei luoghi preferiti per fare il bagno al fiume nella vallata.
L’idea era quella di far risaltare il bianco della cascata con la lunga esposizione. Avevo immaginato questo con un cielo sereno, facendo comparire le stelle o magari la Luna, con il ponte a fare da cornice ad un paesaggio quasi fantasy.
visto che il clima era tutt’altro che sereno, immaginavo venisse fuori qualcosa di a metà tra il romantico/misterioso e il deacadente/horror.. e in effetti..
Ho utilizzato la lampada frontale per illuminare selettivamente il ponte e la cascata e staccarli dal resto della scena. Il problema principale infatti consisteva nel cielo: nuvoloso e piatto, rifletteva la luce del vicino paesino e ingrigiva il risultato. Ho quindi optato per “potenziare” il soggetto principale.
Ho poi inizato a giocare con le torce e mi sono cimentato per la prima volta nel disegno di light-trails. Dopo svariati tentativi, ho raggiunto un risultato per me soddisfacente:
Ci ho poi preso proprio gusto e mi sono dato anche all’egocentrismo creativo 😉
